Nella top five dei Paesi clienti: Svizzera, Usa, Hong Kong, Francia ed Emirati Arabi Uniti. A confermarlo i dati del Centro Studi Confindustria Moda per Federorafi
È un quadro sostanzialmente positivo quello che emerge, per il primo trimestre 2018, dalla nota congiunturale sul settore orafo argentiero e gioielliero, elaborata dal Centro Studi Confindustria Moda per Federorafi.
Aumenta l’export del settore (+3,3% rispetto l’anno scorso) che supera il miliardo e mezzo di euro di fatturato, mentre le importazioni (+1,4%) si portano a 391 milioni di euro.
Per il comparto dell’oreficeria-gioielleria in oro la dinamica delle vendite estere è addirittura sopra la media, pari al +5%, per 1,260 miliardi di euro. L’oro traina, dunque, l’intero comparto della gioielleria da indosso che, come export, raggiunge un valore di 1 393,8 milioni di euro e una variazione complessiva a +3,6%, nonostante la lieve sofferenza dei gioielli in argento e quella, più evidente, dei gioielli in metalli comuni placcati: un totale che contribuisce a un saldo commerciale totale di 1.060,8 milioni di euro.
Anche il made in Italy dei lavori in perle e pietre preziose si ricava una nicchia di tutto rispetto nelle esportazioni (+55,2% rispetto all’anno scorso). Come – sempre all’estero – spinge l’oreficeria italiana d’arredo (soprattutto in oro e in metalli comuni placcati), attestandosi a un +12,1% complessivo.
Dal punto di vista geografico si conferma il trend di crescita della Svizzera, +23,4%, degli Stati Uniti (+3,3%) e della Francia (+11,1%). Inverte il trend, invece, Hong Kong (-18%) e restano in calo gli Emirati Arabi. A tale flessione, però, si contrappone l’incremento dei flussi verso la Turchia, che registra un +12,3%, conseguenza dello spostamento del business dagli Emirati Arabi. Performa bene, infine, anche il Regno Unito, in aumento del +23,7%.
“Per i prossimi mesi – ha commentato Ivana Ciabatti, presidente di Confindustria Federorafi -confidiamo in un consolidamento del mercato statunitense, in una ripresa degli Emirati Arabi Uniti e in nuove interessanti opportunità in Cina alla luce delle forti riduzioni dei dazi che dal 1° luglio sono entrate in vigore e che, quindi, dovrebbero incentivare le nostre esportazioni dirette verso il Paese asiatico. Stiamo infine monitorando con attenzione l’evolversi della situazione in alcune aree di grande potenziale nel medio termine come l’Africa (Nigeria in primis), mentre con ICE Agenzia stiamo avviando un progetto ad hoc per rilanciare il nostro export verso il Giappone in vista delle Olimpiadi del 2020 e dell’accordo di libero scambio (dazi zero) con l’UE che entrerà in vigore nel 2019. Insomma, un cauto ottimismo sui mesi a venire nella speranza che le tensioni internazionali non aumentino e che il nostro nuovo Governo prosegua nelle azioni di sostegno del made in Italy trasformandole da straordinarie in ordinarie”.
by Chiara Marseglia