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Il rubino, gemma dura e affascinante

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Tra le più ricercate, è riconosciuta come la pietra dell’amore e della passione per antonomasia.

Secondo solo al diamante per durezza, il rubino è tra le pietre preziose più ricercate per il rimando all’amore, alla passione, alla vittoria, alla longevità che il suo colore evoca trasversalmente nelle culture. Probabilmente non esistono popoli e civiltà che non siano stati attratti da questa gemma, un corindone rosso, che ha i giacimenti più preziosi nel Myanmar settentrionale in Birmania. Presenti anche in Tailandia, i giacimenti di rubini si trovano in Sri Lanka, in Madagascar e in Tanzania e poi in Afghanistan, Cambogia, Kenya e Vietnam. In generale, comunque, il rubino è una pietra molto rara.



È tutto nel colore

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Nella valutazione di un rubino il colore è la considerazione più importante (la sfumatura di rosso più richiesta è quella detta ‘sangue di piccione’, un rosso vivo con un lampo di blu), quindi la limpidezza a una certa distanza. Sono rari i rubini di grandi dimensioni. In questa pietra è evidente il fenomeno del pleocroismo, il colore cioè varia a seconda dell’angolazione.

I rubini più famosi per bellezza e colore straordinari sono l’Edwardes Ruby (167 carati) esposto al British Museum of Natural History di Londra, il Rosser Reeves Star Ruby presente al Smithsonian Institutions di Washington, il De long Star Ruby, all’American Museum of Natural History di New York.



Il fenomeno dell’asterismo

I rubini migliori sono tagliati “a faccette”, ma è il cabochon a risaltare risaltare al meglio il fenomeno dell’asterismo. Questa pietra è stata sintetizzata per la prima volta nel 1902 e il risultato di laboratorio è tale che solo veri esperti sanno distinguere quello naturale da quello sintetico.

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